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Madeleine al miele e fiori d’arancio

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  • Commenti dell'articolo:5 commenti

Ok, lo so che tra i miei buoni propositi per l’anno nuovo c’era quello di non comprare assolutamente più nessuno stampo di silicone, ma quando ho visto lo stampo da madeleine (quello che più desiderao in assoluto) a soli 3 euro e 50 non ho saputo resistere…

E allora quale ricetta migliore per provare lo stampo se non quella suggerita da Sigrid nel suo Libro del Cavolo? Dove tra l’altro lei ci spiega il segreto per far uscire la gobba alla madeleine, ovvero lo shock termico!

Solo che mi sa che ho fatto un po’ di confusione, perchè lei parla di acqua di rose mentre io ho usato l’acqua di fiori d’arancio, che mi piace un sacco. Sta di fatto che le mie madeleine sono andate comunque a ruba e di 18 che ne avevo fatte il giorno dopo ce ne erano giusto un paio per fare colazione!

Ora prima della ricetta (che copierò spudoratamente dal libro della cavoletta) vi riporto il famoso passo del libro Alla ricerca del tempo perduto in cui Proust parla proprio delle madeleine…

Già da molti anni di Combray tutto ciò che non era il teatro e il dramma del coricarmi non esisteva più per me, quando in una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un pò di tè. Rifiutai dapprima e poi, non so perché, mutai d’avviso. Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate “maddalenine”, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione di un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di “maddalena”.
Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario.
Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa: o meglio quest’essenza non era in me, era me stesso.
Avevo cessato di considerarmi mediocre, contingente, mortale. Donde m’era potuta venire quella gioia violenta?
Sentivo ch’era legata al sapore del tè e della focaccia, ma lo sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della stessa natura.

(M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto. La strada di Swann, trad. it. di N. Ginzburg, Torino, Einaudi, 1973, p.48)

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Ingredienti (per 18 madeleine)

  • 2 uova
  • 30g di zucchero
  • 70g di miele
  • 1 pizzico di sale
  • 100g di burro
  • 1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
  • 120g di farina
  • 1 cucchiaio di lievito (nel mio caso NON vanigliato)

Preparazione

NB: Io ho suddiviso la preparazione in due giorni. Questo perchè per far venire la gobba alle madeleine è necessario far raffreddare molto l’impasto e poi cuocerlo in forno molto caldo. Quindi ho preparato l’impasto la sera e la mattina ho cotto le madeleine. La gobba è venuta fuori alla perferzione per cui vi consiglio di fare come me. Sigrid dice che bastano un paio d’ore in frigo, quindi regolatevi voi come vi sembra meglio!

Giorno 1: Sbattere le uovo con lo zucchero e il sale. Aggiungere il miele e il burro sciolti insieme, l’acqua di fiori d’arancio, poi la farina e il lievito. Mescolare bene e poi riporre il composto in frigorifero.

Giorno 2: Scaldare il forno a 230°C. Distribuire l’impasto nelle formine e cuocere per 5 minuti a 230°C poi abbassare la temperatura a 180°C e sfornare quando le madeleine sono dorate.

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Questo articolo ha 5 commenti

  1. terry

    Io mi cospargo il capo di cenere dalla vergogna perchè io ho lo stampo da un pezzo e non le ho mai fatte!!!
    …le tue son perfette… super gobba!!! wow!!!
    il tocco di fiori d’arancio…grande!

    1. GuyaB

      Confesso che anche il mio stampo ha giaciuto nella dispensa inutilizzato per un bel po'…anche se ora sono molto stimolata ad usarlo di nuovo visto la perfetta riuscita della gobbetta!

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