E così volete andare a Londra. Inoltre vi piace Harry Potter. Bene, la combo è micidiale. Mai come ora è facile scoprire le tracce di Harry Potter a Londra. E’ un momento d’oro per gli appassionati della saga magica più venerata degli ultimi vent’anni, Harry non è mai stato tanto popolare. Io però ho dei problemi. Grossi. Direttamente proporzionali al mio amore per i libri di Harry Potter.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare il tema “Harry Potter” e sapevo che Londra, come città, me ne avrebbe dato l’occasione. Che dico, mi avrebbe costretto a parlarne. Ma prima di lanciarmi in una – sofferta – guida definitiva per babbani a Londra (muggles in London, really), vorrei, al solito, annoiare tutti e raccontarvi perché per me è difficile scrivere sulla Rowling, su Harry e su Londra. Tuttavia lo farò solo alla fine, così chi è qui per le informazioni logistiche (io ci rimango male però) potrà risparmiarsi i tiramenti. Dunque non andate in fondo all’articolo a leggere subito la parte personale in corsivo (psicologia inversa), e passiamo al post: Harry Potter a Londra: la guida definitiva.
Avvertenza per i babbani: per ogni tappa ci saranno i miei commenti personali, quelli “pro” (Magia) e quelli “contro” (Realtà): così avrete un quadro completo!
Il binario 9 e 3/4
Si comincia da qui, per forza. Dobbiamo entrare nel mondo magico, no? Quindi in carrozza sull’Hogwarts Express, dalla stazione di King’s Cross. Forse una delle stazioni più belle e iconiche del mondo, famosa e da visitare a prescindere, oggi è diventata uno dei luoghi di pellegrinaggio dei fan della saga. Il binario non è esattamente dove dovrebbe essere ma non avrete difficoltà a trovarlo, basta dirigersi verso la fila più lunga che individuerete davanti all’ingresso della stazione, Eh sì, perché ci sono letteralmente centinaia di persone in fila. Per cosa? Ma per farsi una foto o una selfie davanti al cartello “Platform 9 3/4” e a un carrello sezionato a metà che “sembra” entrare nel muro di mattoni.
MAGIA: La stazione è bellissima. Merita andarci e pensare alla Rowling che scendeva qui, alle idee che le sono venute in mente camminando in questi luoghi, quando faceva la pendolare. Inoltre c’è qualcosa di very British nel fare una fila così assurda e il cartello un sorriso me lo ha strappato.
REALTÀ: Non è dove dovrebbe essere. In fila ci sono numerosi sconsiderati che fanno le selfie o si fanno fare le foto saltando in aria, come se volassero (io spero sempre che qualcuno si faccia del male). Accanto al “binario” c’è uno dei più grandi e disgustosi negozi di merchandise potteriano di tutta Londra, vera e propria macchina da soldi.
Un vero Tour for Muggles
Se non vi danno fastidio i bambini e le famiglie sorridenti fatelo, ne vale la pena. Noi lo abbiamo seguito ed è stato un tour divertente. Dura un paio d’ore e costa 14 sterline. Una guida – la nostra era dannatamente entusiasta – vi accompagnerà in alcuni dei luoghi simbolo dell’immaginario potteriano, e nei reali punti della città in cui sono state girate diverse scene dei film. In ordine sparso passerete dal Millenium Bridge, dalla stazione della metro di Westminster, da parecchie vie del centro di Londra, dall’ingresso di Diagon Alley (Charing Cross Road), dalla ipotetica location del Leaky Cauldron (dentro il Leadenhall Market).
MAGIA: È un ottimo modo per vedere Londra con occhi diversi, in compagnia di altri e con un fiume di battute comiche in stile Harry Potter. Alcune vie più laterali, come le perpendicolari e le parallele a Charing Cross Road sono suggestive e piene di negozietti vintage ed esoterici.
REALTÀ: se già sapete tutto della saga alcuni aneddoti (più che altro rivolti ai bambini) vi daranno noia: ma per Harry si sopporta questo e altro!
In aggiunta al tour a pagamento vi regalo, come un vero malato di mente, alcuni luoghi che il tour stesso non prevede, da cui è facile passare però, e che noi, ovviamente, ci siamo sparati:
- St Pancras International – accanto alla stazione di King’s Cross, è un albergo spettacolare. È da qui che prende il volo la Ford Anglia dei Weasley in Harry Potter e la camera dei segreti (il film);
- Piccadilly Circus – dove arrivano Harry, Ron e Hermione quando nei Doni della morte scappano dal matrimonio di Bill e Fleur. Nel libro si trovano in Tottenham Court Road ma nel film li piazzano qui;
- Gringotts Wizarding Bank ovvero lo splendido interno dell’Australia House (su Strand Street);
- Lambeth Bridge – su questo ponte il Nottetempo (Knight Bus) si restringe per evitare uno scontro mortale nel film Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
Un pellegrinaggio agli Warner Bros Studios
Io non l’ho fatto. Ecco, lo ammetto. Credo che siano – oggettivamente – magnifici e c’è di tutto: i set, gli oggetti, le scene, i costumi e tutto quello che viene in mente dello sconfinato universo Harry Potter.
MAGIA: se i film vi sono piaciuti penso sia obbligatorio venire QUI.
REALTÀ: gli studios sono fuori Londra, un biglietto costa 39 (trentanove!) sterline e per prenotare la visita servono mesi e mesi di anticipo.
A teatro per vedere Harry Potter and the Cursed Child
Harry Potter and the Cursed Child è l’ultima aggiunta al mondo di Harry Potter. Quest’opera teatrale mi ha deluso tantissimo quando l’ho letta per la prima volta. Semplicemente non è un’opera da leggere. Ma è da vedere. Ha debuttato al Palace Theatre di Londra a giugno del 2016 e continua ancora oggi a fare il tutto esaurito. Ogni volta. Venite qui anche per ammirare il teatro, bellissimo, e la zona del West End, super alla moda. L’opera è in due parti e dura quasi cinque ore (!). Va in scena il mercoledì, il sabato e la domenica per intero e in parti separate (cioè la prima da sola e la seconda da sola) il giovedì e il venerdì. I biglietti vanno dalle 15 sterline in su. Ma il problema non è il prezzo. Il problema è trovarli. L’unica soluzione è prenotarli con largo anticipo sul sito ufficiale, oppure affidarsi alla dea bendata (ma ci vuole tanta tanta fortuna) e fare come abbiamo fatto noi: direttamente alla biglietteria e sperare nei “resi” della giornata, ovvero biglietti rimessi in vendita il giorno stesso per il giorno stesso, magari perché qualcuno si è ammalato o ha disdetto all’ultimo momento. Se però volete vedere lo spettacolo per forza non è questo il sistema!
MAGIA: non dico nulla. Zero spoiler.
REALTÀ: come sopra 😉
Andare da Primark a fare shopping
E che c’entra con Harry Potter? C’entra, c’entra… Chiedete a Gaia che mi ha trascinato più volte nei negozi londinesi della catena. Da Primark è molto facile trovare oggetti ispirati ai libri della Rowling o ai film. Magliette, borse, memorabilia. Sì, è un’altra forma di sfruttamento del marchio Harry Potter. Sì, mi dà un po’ fastidio, ma provate voi a ragionare con una Serpeverde manica dello shopping, vai!
MAGIA: costa tutto veramente poco. Alcune cose sono “ironiche” e prendono (quasi) in giro il fenomeno di massa. Insomma delle mutande con sopra disegnato un boccino, parliamone!
REALTÀ: Primark fa parte del mercato, un mercato di prodotti a basso costo la cui provenienza (in termini etici) a volte mi lascia parecchio dubbioso. E poi hanno pochissimi oggetti di Tassorosso, la mia – tragica – casata di appartenenza. Se non sapete in quale casata sareste voi a Hogwarts fate il test qui, sciocchi babbani!
Siamo arrivati alla fine di questa guida per scovare Harry Potter a Londra. Chiudo con un ultimo link: per chi sa l’inglese una serie di indicazioni per orientarsi e due cartine utilissime, QUI ci sono tutti i luoghi menzionati da me e anche qualcuno in più.
Parecchie parole pallose e personali, ovvero P.P.P.P.
Benvenuti nella sezione personale, grazie per esservi avventurati fin qui. Vorrei spiegarmi meglio sul perché per me è complicato parlare di Harry Potter: ho amato quei sette libri come poche altre letture. Come forse solo Flaubert, Il signore degli anelli e Fante. C’è stato un tempo, d’estate, in cui ho passato un’intera notte sul ponte di un traghetto, sveglio, a leggere Il principe mezzosangue, appena uscito, comprato in crisi d’astinenza in Grecia (era introvabile!). Vorrei dire che sono cresciuto con i personaggi del libro, ma non è vero: ero già grande. Ma parlavano di me e per me. Perfino un po’ del mio modo di essere un insegnante oggi, a scuola, risente di Hogwarts. Mi sento spesso un po’ Piton (Snape) e un po’ Silente (Dumbledore), un po’ McGrannit (McGonagall) e un po’ Harry stesso. Da un amore così intenso e viscerale nasce(va) e rimane una diffidenza radicata nei confronti dei film tratti dai libri e soprattutto un certo fastidio, un sospetto tenace, davanti alla mercificazione dell’immaginario potteriano. Tutte le volte che ho visto il “brand” Harry Potter osannato ovunque, provavo e provo un pruritino di fastidio. La vendita di qualunque cosa, dalle bacchette finte alle spille, alle tazze (manca solo la carta igienica all’arsenale del merchandise della Warner, come in Balle Spaziali, l’epica parodia di Star Wars), mi lascia perplesso, direi quasi deluso.
Insomma i libri di Harry Potter mi sembravano misteriosi e personali, un culto da iniziati. Sapevo che non era così, ma il mio Harry mentale non assomigliava per niente a quel mascellone di Daniel Radcliffe, tanto meno gli altri personaggi. E Silente – Dumbledore for me, please – caso mai avrebbe dovuto avere la faccia di Sir Ian Murray McKellen (forse il mio attore preferito in assoluto), così da creare un unico scintillante quadrilatero di fantasia con Gandalf, Riccardo III e Magneto degli X-Men. E sì, so che Sir Ian ha pure rifiutato il ruolo dopo la morte dell’attore originale.
Come si fa mi dico, come si fa a visitare Londra e pagare pegno ai film più che ai libri? Alla Warner Bros più che alla Rowling? Alla moda mainstream prima ancora che alla lettura appassionata? Io, che sono parte attiva nella fondamentale querelle tra fan su quale lettore di audiolibri sia la migliore voce per la saga: il cristallino Jim Dale o il nasale Stephen Fry? Per me Jim, a mani basse. Io, che sono in grado di continuare le battute dei personaggi prese a caso dai sette libri e stupire gli ospiti a cena con citazioni a memoria (lo so, non sto bene)! Capite perché quando siamo stati a Londra l’idea di visitare i luoghi di Harry Potter mi eccitava e mi spaventava contemporaneamente. Provavo la stessa ritrosia nell’affrontare Harry Potter e Londra dello studioso universitario di papiri egiziani davanti all’immensa ‘trashata’ dell’Hotel Luxor a Las Vegas. Ma alla fine ce l’ho fatta. L’articolo sopra ne è la prova! I walked the walk, sono andato, e ho fatto quello che c’era da fare, più o meno soddisfatto.
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