Una guida “alternativa”: perché? Perché di articoli sulla bellezza turistica di Merano è pieno il web, ma nessuno offre una prospettiva distrattamente ironica e molto compiaciuta come quella del sottoscritto, né altre guide incarnano lo spirito dell’italiano medio – come faccio io, modestamente -, canalizzandolo all’interno degli stereotipi più triti sul Nord Italia, sul Sud Tirolo (Südtirol, bitte) e in generale verso quella anti-germanicità da osteria che è prerogativa del vostro fantozziano blogger di riferimento. Sono stupendo, lo so.
Siamo stati a Merano, dicevo, e io ero pronto alla difesa dell’italico suolo, favorevole al lancio di volantini tricolore su Vienna e alla ipotetica conquista di Salisburgo. Gaia mi guardava come un mentecatto mentre prevenuto e imburberito rispolveravo il mio tedesco da guerra, per non sfigurare: eins, zwei drei, Meran, Ich liebe dich, Sturmtruppen, e poco altro. In fondo mi domandavo perché avessimo deciso di andare in montagna – io amo il mare – e perché poi in un luogo dove “non-ci-vogliono-a-noi-italiani”, in una provincia autonoma dove tutto funziona bene (benedetti e maledetti loro!). Sostanzialmente “sono austriaci, kattivissimi”, pensavo. D’altronde la cosa bella dell’essere toscano è il poter avere un certo equilibrio nei pregiudizi sugli altri italiani; in questo modo, viaggiando, posso essere smentito e sbeffeggiato sia a nord che a sud, e la gita a Merano non ha fatto eccezione.
Infatti Merano è bella. E gli abitanti dell’Alto Adige non sono il fumetto di Bonvi che mi immaginavo. Al contrario siamo stati coccolati e abbiamo goduto di panorami e climi strepitosi, senza bisogno di accendere un mutuo e senza neanche dover parlare a gesti.
Per questo ora ho voglia di scrivere una “guida” di Merano – anche se lievemente ironica – scrivere cioè delle cose che più mi/ci hanno colpito della città e dei dintorni. Chiamiamola una “degustazione” ragionata dei luoghi che ci sono piaciuti di più, in ordine sparso, con un commento semi-serio all’altezza delle aspettative dei lettori serissimi di questo blog.
MERANO IN QUANTO TALE
La città più grande della provincia dopo Bolzano, splendidamente incastrata tra quattro valli (la Val Venosta, la Val Passiria, la Val d’Adige e la Val d’Ultimo), attraversata dal fiume Passirio (su cui io e Gaia abbaiamo visto fare gare di kayak mozzafiato). Ha una storia antica e “movimentata” e si mantiene metà asburgica e metà italiana.
Merano è una località prediletta dagli austriaci fin dall’Ottocento: conserva ancora tutto il fascino di una Belle Époque e di una Mitteleuropa che qui ancora si vede nell’architettura, nelle vie del centro, negli spazi pubblici, nelle fontane sparse in tutta la città. Menzione d’onore per il Duomo di San Nicolò e il Palazzo del Khurhaus. In generale Merano mi ha fatto venire in mente Lubiana, anche. Inutile aggiungere che Merano è promossa molto bene sul web e inserita in una rete turistica tra le più attive in Italia.
Ho invidiato gli abitanti di Merano, sì, lo ammetto, perché sono mediamente piuttosto ricchi e soprattutto quasi tutti bilingui tedesco/italiano. E oltre ai residenti, che io ho trovato simpatici, davvero, la città è piena di vita, per via delle terme, delle sue iniziative (siamo capitati nel mezzo del festival Asfaltart) e del clima stranamente mediterraneo. Noi abbiamo avuto un colpo di fortuna e siamo stati ospiti dell’hotel West End. Questo storico albergo è un distillato di tradizione, gestito in modo impeccabile, classicamente vintage in una maniera garbata e onesta, senza infingimenti e con delle camere enormi e dei letti comodissimi!
LA PASSEGGIATA TAPPEINER
Dal centro non ci vuole niente, basta imboccare uno dei tanti sentirei in salita, ben segnalati, e inizia la Tappeinerweg o Passeggiata Tappeiner. Sentierone pedonale, curato come un giardino, zeppo di specie mediterranee, casette degli insetti, fiori, panchine, orticelli. Sono circa 4 chilometri, fattibilissimi. Vale la pena perché sale qualcosa come 100 metri sopra Merano e si vede proprio tutta la città. Io sono voluto arrivare anche in cima alla polveriera Ortenstein, un torracchione massiccissimo in mezzo al percorso, molto solido, molto Games of Thrones. So che i cinici tra di voi penseranno che la passeggiata sia roba da vecchi austriaci in sandali e bastoni da trekking, ma vi sbagliate: si sale bene è vero, ma non è proprio liscia. Se abitassi a Merano verrei a correre qui!
L’ORTO BOTANICO DI MERANO
Noto anche con il sobrio nome di “Giardini di Castel Trauttmansdorff”, per via del castello omonimo, l’orto botanico è l’apoteosi del bello teutonico. Dodici ettari di natura antropizzata e oserei dire pettinata, foglia per foglia, in composizioni e angoli deliziosi (ho davvero scritto “deliziosi”?). I percorsi che lo attraversano sono più di uno, con punti di osservazione panoramici, aree tematiche, statue, specchi d’acqua. Gaia ha voluto per forza portarmi nel giardino degli innamorati: spoiler, andateci solo se la vostra coppia è salda. Infatti è una pettata in salita allucinante, e un po’ si rischia il diabete emotivo. Dentro il giardino, oltre al castello, dove si dice sia stata la principessa Sissi, c’è anche il Touriseum, il Museo Provinciale del Turismo altoatesino, che però noi abbiamo saltato, perché ci piacciono di più i fiori, le piante e perché abbiamo passato quasi due ore a guardare le ninfee del laghetto a fondo valle…
LE TERME DI MERANO
Simbolo di Merano, le sue terme sono spettacolari. In pieno centro, in un edificio moderno ma ben inserito sul lungofiume. L’interno è funzionale e hi-tech, il giardino e le vasche esterne sono gradevoli. Noi ci siamo andati dopo una scarpinata per i monti e non vi dico la soddisfazione nell’entrare nelle vasche, spararsi i getti massaggianti, addormentarsi nella sala relax. C’è tutto quello che ci si aspetta da un impianto termale di lusso: saune, idromassaggi, massaggi, aromaterapia, creme, cremine, tedeschi ignudi.
LA FUNIVIA “MERANO 2000”
Gli sciatori amanti della zona la conosceranno: la funivia Merano 2000 è vicinissima al centro di Merano e con 40 chilometri di piste d’inverno deve essere un sogno. Dormire a Merano e sciare in vetta, mi piacerebbe. Noi, con il caldo, abbiamo optato per una modesta sgambatina, solo 14 chilometri ad anello con un dislivello positivo di 800 metri! Sia io che Gaia a metà percorso abbiamo avuto le visioni: cavalli dal manto color miele, mucche con campanacci dorati, laghetti azzurri e pascoli verdi. A dire la verità era proprio così. Mi devo ricredere, la montagna d’estate ha un suo senso profondo. Anche perché dopo la mega-camminata abbiamo fatto un piccolo finanziamento a rate e abbiamo deciso di mangiare in baita: io e Gaia ci siamo sparati un piatto di salsicce e patate con due uova fritte sopra, circa 4.500 calorie a testa.
LO STABILIMENTO FORST
Diciamolo subito, non lo abbiamo visitato, anche se è poco fuori città, ma penso che debba essere menzionato. Anche perché ormai siamo soci onorari della ditta, un birrificio. A Merano abbiamo bevuto tanta di quella birra Forst da meritarci almeno almeno un tour guidato (li fanno davvero). In centro hanno un ristorante “Forst”, in stile salone-birreria. Quello lo abbiamo provato: buono.
IL MUSEO DELLA MONTAGNA (A BOLZANO)
E qui non dico nulla. Mi è piaciuto tantissimo. Infatti ho deciso che scriverò un articolo solo su questo. Curiosi, eh?
In collaborazione con Hotel Westend – Merano.

