GaiaLight – The Making of
(come spendere meno e avere una luce adatta alla food photography)
A cura di MrTree (alias Brontolo)
Allora, sgombriamo subito il campo dai sofismi: la differenza fondamentale tra una egolights e una qualsiasi altra fonte di luce artificiale è la temperatura della luce. In questo caso quindi il cuore del progetto è la lampadina a fluorescenza (basso consumo) dalle giuste caratteristiche.
Praticamente tutto il resto del progetto è ‘opzionale’, e modificabile. L’unica cosa dalla quale non si può prescindere sono le specifiche della lampadina, cioè le seguenti: impanatura 27E (CE 220/240v) – 5500° Kelvin (daylight) – CRI (color rendering index) il più vicino (o superiore) a 90 possibile. Almeno 25-30 Watt di potenza.
Perché proprio questa? Non starò ad ammorbarvi con un trattato di fisica ottica – sennò La Patata in Giacchetta mi stressa, già propino i simposi teorici sulla fotografia a lei… – proprio questa perché 5500 K è la ‘temperatura’ (brutalmente il ‘colore’) della luce solare, cioè quella più adatta alla fotografia (e ai settaggi facili del bilanciamento del bianco!). Sfortunatamente, come tutte le cose semplici, procurarsene una in Italia non è immediato. Nel nostro meraviglioso paese una tale lampadina è venduta generalmente come ‘prodotto da fotografi’ con costi assurdi, visto che in tutto e per tutto ha lo stesso valore di una qualunque lampadina a risparmio energetico. Io l’ho presa su ebay.co.uk per una quindicina di sterline più spese di spedizione (sempre troppo secondo me). In alternativa si trova anche su amazon.co.uk. Se ne trovate a basso prezzo in Italia, fatemi un fischio.
Ma andiamo avanti. La mia idea era di fare una cosa simile alla Lowel Ego Light anche come feeling. Per questo motivo non ho scelto la via più economica – vale a dire montare la lampadina in una qualunque abat-jour e arrotolarla nella carta da forno per fare da diffusore. Voi potete farlo e spendere anche zero, ma rimane poco elegante… Quindi, se volete riprendere la mia idea, vi serviranno:
Purtroppo la foto fa schifo… (l’ho fatta io).
1) 2 lastre di plexiglas bianco latte, lucido, misure 25×35 cm. Potete usare qualunque altro materiale, anche il compensato o il cartone. Ho scelto il plexiglas perché è duro, immarcescibile, facilmente lavorabile e soprattutto si trova già bianco e riflettente, una caratteristica importante visto che la nostra GaiaLight, com’è stata ribattezzata la luce, deve concentrare la luminosità in un arco frontale. Il plexiglas si trova al taglio nelle migliori ferramenta (come mi piace dirlo!), oppure nei negozi specializzati in profilati plastici, o ancora (leggermente più caro ma sempre al taglio), nelle catene tipo Obi, BricoIo, Castorama, ecc. In genere in fondo in fondo a destra, vicino al legname…
Costo: 6 euro
Da qui in poi tutto il materiale si trova in una ferramenta qualunque o dal solito Obi.
2) – almeno 8 vitine, con altrettanti dadini e rondelline.
Costo: 2-3 euro? Se le rimediate in casa anche zero.
3) – 2 staffe a ‘L’, piccole, con 4 fori ciascuna. Io le ho prese in ottone (mi pare).
Costo: boh! 50 centesimi l’una?
4) – un 2-3 metri di cavo elettrico.
Costo: 1 euro
5) – 1 interruttore a pedale (molto chic…)
Costo 2 euro
6) – 1 impanatura per lampadine E27 (non è roba che si mangia). Io l’ho presa in simil-ceramica con supporto già incorporato (in pratica è un’altra minuscola staffettina a L fatta per avvitare poi la lampadina dove vi pare (comodo).
Costo 2 euro circa
7) – 1 foglio di plastica spessore 1 mm, opaco. Questo è stato un colpo di culo. Siccome la GaiaLight deve avere un diffusore avevo pensato alla carta da forno. Poi in un Obi ho trovato questo foglio, perfettamente opaco, ma che lascia filtrare bene la luce, diffondendola appunto. Cercate qualcosa di simile – al limite – alla giusta distanza dalla lampadina – va bene anche la vile carta da forno.
Costo 2,40 euro
8 ) – 1 spina (normalissima). Costo 1,60
9) – 1 stecchina angolare – non so come cavolo chiamarla, per rifinire la costola posteriore formata dalle due lastre di plexiglas.(1 metro di lunghezza, poi segata) Costo: 1 euro
10) – 1 stecchina tipo quella per rilegare al volo le tesine (senza colla, solo da infilare). Mi è servita, segata a misura, a tenere in posizione il foglio di plastica opaco.
Costo 90 centesimi
Come si PROCEDE poi? Io ho fatto così:
1) Montate ad angolo retto le due lastre di plexiglas, accostando i due lati lunghi. Mettete all’interno dell’angolo le due staffette a ‘L’, prendete le misure dei fori, trapanate con una punta adatta e tanta cautela il plexiglas e poscia fissate tutto con le viti. Se avete capito a questo punto dovreste avere una strutturina fatta a tetto, dove le staffe a ‘L’ tengono insieme le due lastre di plexiglas. Il tutto solidamente avvitato.
2) Tagliate a misura e mettete la stecchina angolare a rifinire. Lasciate 15 centimetri in più se volete una sorta di maniglia di trasporto.
3) Scegliete un punto in basso e vicino all’angolo e fate – con la massima attenzione – un piccolo foro in una delle due lastre di plexiglas per permettere poi al filo elettrico di passare.
4) Montate il supporto della lampadina, cioè l’impanatura dentro all’angolo delle due lastre di plexiglas. Potete farlo sfruttando come ho fatto io le viti già presenti. In pratica ho avvitato un supportino di plastica fatto a ‘T’ ad una lastra di plexiglas (ma va bene usare una cosa qualunque anche raccattata in casa, oppure direttamente utilizzando il supporto dell’impanatura). Potreste in teoria perfino usare della colla. Orientate però l’impanatura in modo che possa accogliere una lampadina facilmente, senza contorsionismi. Occhio a considerare il calore eventualmente prodotto dalla lampadina e meglio se non fate fare contatti con nessuna parte metallica diretta, non si sa mai…
5) Collegate il cavo elettrico all’impanatura e fatelo passare dal foro fatto in precedenza. Sistemate il filo in modo che non dia noia, tipo con fascette o roba simile, e ad una giusta lunghezza montate sul cavo elettrico l’interruttore a pedale e la spina.
6) Sistemate il vostro foglio di plastica trasparente sul davanti. Io ho dovuto incidere una linea ai due bordi corti del foglio di plastica in modo da poterli piegare un po’ senza romperli e li ho infilati dentro la stecchina tipo rilegatura. Tiene che è una meraviglia. Sennò con un po’ di fantasia mettete la carta da forno (Scotch? Colla? Elastici?).
E’ tutto. Al solito è più complicato da dire che da fare (chiedete se c’è qualcosa che non vi torna).
Piccolo disclaimer – Il sottoscritto non si prende alcuna responsabilità; le mie indicazioni sono a puro scopo didattico e illustrativo. Se tutto vi esplode in una nube atomica non è colpa mia.
Ma è gggeniale!! Anche io ci avevo pensato ma tra il dire e il fare….
BRAVISSIMI!!!
tutto ciò è mooooooooooooooooolto interessante! mi stampo il post! 😛 mitica 😉
MA è meravigliosooo!!! Erano settimane che pensavo a come accroccare qualcosa!! Grazieeeeee!!!
Un bacio
eva
Ma che bello! noi siamo a 3 fermate di metro dal mitico mercato Jean Talon! Contaci tra i tuoi lettori fissi da oggi! A presto! Giorgia
WOW! E io del vostro!
Brontolo ringrazia!
Ciao, ti faccio i miei complimenti per il blog. Mi piace davvero! Laura
Ciao ragazzi, questo tutorial è davvero interessantissmo! Vorrei tanto provarlo, però ho qualche difficoltà a recuperare la lampada! grrr! la trovo da 45w, da 64 o da 85w! uff 🙁 mi potreste aiutare?
Grazie!
Noi l’abbiamo comprata su ebay uk! Prova a guardare, magari ne hanno ancora!